martedì 24 febbraio 2015

Vita da wedding planner

Riceviamo sempre più spesso richieste da parte di amiche, conoscenti e non, che ci domandano come fare per intraprendere la professione di wedding planner, quali corsi frequentare, se noi ne teniamo, cosa suggeriamo loro, eccetera.
Seppur onorate di cotanta stima e fiducia, ovviamente noi non ci sentiamo in grado di dare lezioni a nessuno, ma possiamo senz'altro condividere la nostra umile esperienza alla nostra maniera, ossia cercando di farvi appassionare e sdrammatizzare.
Ebbene, la vita di una wedding planner, come una nostra collega torinese l'ha ben descritta in un simpatico libro, non è, come si suol dire, tutta rose e fiori!
In genere, noi donne pensiamo ai matrimoni ed agli eventi in genere come giornate chic, romantiche, mondane, durante le quali poter esibire il proprio nuovo taglio o colore di capelli e la fantastica piega fresca di parrucchiere, dove sfoggiare un paio nuovo di décolleté tacco dodici e quel vestito di chiffon lilla con stola in tinta acquistato ovviamente apposta per l'occasione...
Gli uomini invece solitamente, ed anche qualche film ce li descrive così, se li prefigurano come occasioni dove, nell'ordine: mangiare, fare casino e rimorchiare. Anzi no, forse l'ordine è inverso, ma non importa, in questa sede.
In ogni caso, le wedding planner incaricate di organizzare e dunque anche di coordinare gli eventi in questione, vivono i giorni antecedenti il matrimonio, come una serie infinita di minuziosissime check-list, da ripassare a memoria tipo automi, che includono tempistiche, spostamenti e mezzi con i quali effettuarli, trasporti dei materiali ed oggetti più improbabili ed orari da confermare, a qualsivoglia personaggio o ente coinvolto nel gran giorno.
Inoltre, ricevono telefonate a tutte le ore del giorno e della notte (vuoi che la sposina di San Francisco un giorno in cui è più agitata del solito non si dimentichi quel piccolo particolare delle nove ore di fuso orario?), di sposi che devono aggiungere un invitato all'ultimo momento, genitori degli sposi che "contiamo su di voi, ma siete sicure che ci sarà abbastanza da mangiare", fratelli e sorelle che  brancolando tra l'entusiasmo e la crisi emotiva ti chiedono cosa devono fare (ecchennesò io che sono figlia unica da 35 anni?), testimoni che devono organizzare la sorpresa durante il ricevimento e "gli sposi non devono saperlo mi fido di voi", nonne che hanno bisogno dell'elevatore per arrivare in chiesa oppure "che ci sia quel bravo ninnin che mi spinga la carrozzina" (in salita a 35° all'ombra ad agosto), nonni che vogliono sapere se c'è l'angolo sigari e rum tanto nessuno farà caso se quella sera sgarrano ai dettami del cardiologo, bambini (che non ti telefonano loro, ma tutti i loro genitori si) che hanno bisogno di babysitter, tata, animatrice, clown, mangiafuoco, scultori di palloncini, truccatori, oltre che del controversissimo menu a loro dedicato (che poi intanto non ne mangiano comunque).
Questo ovviamente, solo per quanto riguarda il lato del "committente."
Ma la wedding planner deve coordinare, quindi ha tutta una serie di personaggi con cui interfacciarsi, talvolta scelti dagli sposi, il che li rende ingestibili, incontrollabili e spesso pure primedonne: ad esempio, il deejay, che sarà anche l'amico del cugino della nonna Gina, ma che arriva quando gli pare, vuol farsi la doccia in hotel mentre inizia l'aperitivo e non sposta le casse da solo manco avesse ottant'anni e l'ernia del disco (quindi imparate che in questo caso per evitare polemiche sono le wedding planner che le spingono per tutto il giardino con le loro manine!); il fotografo, che anche se glielo hai detto e scritto di vestirsi decentemente sembra un figlio dei fiori uscito da un safari nel deserto del Sahara, però devi lasciarlo stare perché è un artista e si deve esprimere e l'importante sono le foto che fa; il catering (che ti è stato imposto dalla location, che hanno scelto gli sposi, quindi non puoi dire niente), a cui devi stare dietro come ad un condannato ai domiciliari col braccialetto elettronico per fargli rispettare orari, tempistiche e raccomandarti la diligenza dei camerieri nello sparecchiare il buffet (i cosiddetti runner).
Dunque, giunge il gran giorno, che tutti aspettano, come dicevamo, rispettivamente, per essere le più belle, le più ben vestite, le più taccate, le più truccate e (se sei homm)  per mangiare, bere, cuccare e divertirsi il più possibile.
Cosa fanno le wedding planner il giorno del matrimonio?
Si svegliano prima dell'alba e scelgono le scarpe più comode che hanno (ogni mezzo centimetro di tacco lo maledirete a fine giornata!), insieme ad un vestito che sia al contempo formale ma non serio, comodo ma non trasandato, colorato ma non sgargiante, cercando un outfit che le faccia passare il più inosservate possibile. Si truccano al minimo e raccolgono i capelli in modo che non diano loro fastidio in tutto quel che faranno.
Assistono la sposa (e la madre della sposa, la madre della sposo, le testimoni, le sorelle e chi più ne ha più ne metta) nelle delicatissime fasi di trucco, parrucco e vestizione.
Dopodiché volano ad allestire la Chiesa, rassicurano il Parroco che la sposa non tarderà più di un quarto d'ora,  telefonano al padre della sposa che è già in ritardo di venti minuti, le consegnano il bouquet e raccolgono il velo da terra, legano le fedi sui cuscini e li danno in mano alle damigelle che si stanno rincorrendo sul sagrato, appuntano le boutonniere a sposo e testimoni che sono andati a farsi un cicchetto proprio prima della cerimonia, distribuiscono le wedding bag ad un centinaio di persone urlanti,  fanno entrare tutti in Chiesa prima che arrivi la sposa spingendoli dentro peggio di bodyguard da discoteca, assistono in Chiesa da dietro le quinte, dando il via ad organista e soprano, incoraggiando il lettore che si inceppa sul salmo e facendo cenni al prete che non si dilunghi nell'omelia e non si possono manco commuovere all'Ave Maria perché devono già distribuire i conetti del riso e dei petali, distribuire le coccarde per le auto, tirar via le composizioni floreali che serviranno al ricevimento e, partendo per ultime dal luogo della Cerimonia, arrivare per prime alla location del Ricevimento (per questo si son seguiti corsi di ubiquità e preso lezioni di teletrasporto).
Al ricevimento, mentre tutti mangiano a quattro palmenti e bevono come spugne, le wedding planner, che non toccano cibo dalle cinque di mattina, guardano senza toccare, controllano, riferiscono, confermano, senza mangiare, rispondono, chiamano, senza bere, finché anche l'ultimo degli invitati ha finito l'ultima briciola di wedding cake.
Dopodiché, quando il fumetto sopra la loro testa assume ormai la forma di letto con piumone annesso (anche se ci sono sempre 35° ed è agosto), assistono, talvolta partecipano e, se richieste, animano pure la festa, ballando, saltando, dimenandosi con le ultime energie rimaste e, sempre, con il sorriso sulle labbra.
Quando l'ultimo ospite ubriaco si è congedato, le wedding planner normalmente si accasciano sulla prima sedia che trovano e riordinano le idee su come disallestire il più in fretta possibile per far diventare il fumetto realtà.
E ora, care amiche, conoscenti e non conoscenti che volete intraprendere la professione di wedding planner, vi state chiedendo "ma chi ve lo fa fare?"
Allora torniamo indietro, facciamo giusto un rewind di qualche minuto, proprio mentre le wedding planner erano sedute o meglio sbragate su quelle due famose seggiole prese a caso, arrivano gli sposi raggianti, tenendosi per mano, vi abbracciano e con occhi lucidi vi dicono: "Grazie, siete state fantastiche, è stato tutto stupendo e perfetto!".
Beh, care amiche, conoscenti e non conoscenti che volete intraprendere la professione di wedding planner, saremmo bugiarde a dirvi che è solo questo che basta, perchè non di ringraziamenti commossi si campa, ma sicuramente questa è la benzina che serve per farlo e rifarlo di nuovo un'altra volta.
Un grande in bocca al lupo a tutte e... Vi ricordiamo che P.R. Events è sempre aperta a collaborazioni, stage ed esperienze di "Wedding day", per capire sul campo cos'è veramente la "vita di una wedding planner".


P.R. Events